
A 16 anni, Greta Thunberg è sicuramente l’attivista a favore dello sviluppo sostenibile più conosciuta non solo in Europa, ma anche nel mondo. Verso la fine di agosto del 2018 ha manifestato da sola di fronte al Parlamento svedese di Stoccolma perché il cambiamento climatico venisse trattato dal mondo politico del suo paese con l’urgenza e l’impellenza di una crisi da affrontare con la massima priorità. Dopo le elezioni svedesi di settembre 2018, il suo sciopero scolastico si è protratto ogni venerdì, coinvolgendo altri studenti non solo in Svezia e si è trasformato nel movimento Fridays for Future.
La determinazione di Greta nei confronti della causa le hanno permesso di confrontarsi con personaggi politici internazionali di grande rilievo e capi di stato già nel mese di gennaio 2019, quando è intervenuta al Forum economico mondiale di Davos, in Svizzera e a settembre 2019, quando dopo aver manifestato a New York, ha tenuto un discorso sull’emergenza climatica all’Assemblea delle Nazioni Unite.
Il messaggio di questa giovane ambientalista nei confronti dei suoi coetanei, ma più in generale di tutta la popolazione, è quello di informarsi e attivarsi affinché l’atteggiamento degli individui ma soprattutto le politiche economiche dei diversi paesi tengano conto della necessità di uno sviluppo sostenibile per il pianeta, in cui le emissioni vengano ridotte e a livello energetico si abbandonino i combustibili fossili a favore di fonti rinnovabili.
In diversi paesi europei tra cui Germania, Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi e Italia, gli studenti hanno accolto positivamente l’invito a prendere parte al movimento Fridays for Future e hanno manifestato in più occasioni esprimendo il loro interesse e coinvolgimento e richiedendo alle istituzioni di intervenire, anche a livello locale, sul problema del clima.
Spesso in queste manifestazioni i giovani studenti sono stati accompagnati dagli insegnanti, oltre che da chiunque volesse esprimere la propria solidarietà alla causa.
Lo stesso Papa Francesco è intervenuto su queste tematiche, trattando la questione dell’ecologia con un approccio ancor più umano e definendo il problema sociale oltre che ambientale. Occuparsi del pianeta significa infatti affrontare l’emergenza climatica considerando e integrando le iniquità e le disparità a livello economico e sociale ad esso connaturate, quelle stesse che hanno portato una minuscola porzione di popolazione mondiale ad accrescere benessere e ricchezze e la stragrande maggioranza a soffrire in condizioni di ancora maggiore povertà.
I giovani che hanno manifestato per le strade delle proprie città stanno dimostrando non solo di avere interesse per il tema specifico, ma di avere grande consapevolezza del loro ruolo nei confronti del pianeta, una risorsa che non va sfruttata senza giudizio ma preservata e tutelata affinché continui ad essere un bene a disposizione delle generazioni che verranno.
Tra loro anche i nostri ragazzi.